Si lo so anche
io che tutto e' spettacolo, soltanto spettacolo. Lo spettacolo e'
al posto della vita, la ricerca disperata di equilibrio ha sostituito
la vita vera con la sua immagine. Tutto e' spettacolo e lo spettacolo
e' merce. I film di denuncia vendono bene e sembra anche i "dischi
di protesta", tutti si vivono la loro contestazione sullo schermo,
si riempiono l'intestino di rivoluzione, tutti ne parlano e nessuno
la fa. Non ci sono piu' grandi verita' da scoprire, il disastro
ce l'abbiamo di fronte agli occhi tutti i giorni. Ora posso soltanto
stare zitto e rimboccarmi le maniche finche' mi restano le mani.
Vogliamo dedicare questo nuovo disco a tutti i centri sociali sparsi
in Italia e all'estero. Una dedica che vuol essere un invito a non
dimenticarli. In questi ultimi anni forse e' stato un po' troppo
facile criticarli, a volte snobbarli e dimenticarsi che tutto e'
nato li. Il centro sociale autogestito come il luogo dove si produce
il nuovo, la nuova musica, nuovo modo di stare insieme, nuovi modi
di vedere e vivere il mondo. Il luogo dove, nei limiti del possibile,
le leggi economiche valgono relativamente poco. Si propone e si
crea il liberta', in allegria. Chiaro, noi ed altri abbiamo criticato
e criticheremo i centri sociali perche' a volte gli impianti voce
sono penosi, volendo ci si puo' dormire in modi selvaggi e sovente
non c'e' lira. Ma la nuova cultura non si crea di sicuro nel club
da L. 15.000. Mi viene in mente un esempio: tour 1987 dei Sonic
Youth, concerto al Leoncavallo a Milano, L. 4.000 per l'ingresso
e 1.500 persone, nel tour precedente suonarono al Rolling Stone
per L. 15.000 e 200 persone, in quello successivo al Big Club per
£ 15.000 e 300 persone. La gente vuole cultura ma non vuole alimentare
altre mafie oltre a quelle gia' esistenti. Siamo sempre stati contro
le gabbie. I centri sociali credo che siano importanti in quanto
espansione, dare piu' possibilita', essere una variabile in piu',
non un'altra galera. Io non sono diverso se suono in un club e se
il 30% dei nostri dischi e' venduto nei negozi. Non sono diverso,
ve lo assicuro. Posso incontrare altra gente, avere e dare piu'
idee. Non ho piu' 14 anni. Le mie idee sono le mie dappertutto,
qualunque cosa faccia, in qualunque posto sia. Suoneremo sempre
per benefits, viaggeremo sempre su un furgone sgangherato. Un concerto
in un club, un passaggio in R.A.I. o un articolo su una rivista
non ci fa diventare uguali ai Duran Duran. Io credevo che fosse
scontato, non lo e' ,lo devo scrivere e questo, a dire il vero mi
rattrista un poco. Mi piace di piu' scrivere poesie o metafore,
ma a volte bisogna parlare in prosa per chi capisce solo la prosa.
Questo disco e' ancora rabbia, sudore, allegria, risate, gioia,
liberta', idee pazze, stonatura, noia tremenda e un po' di felicita'.
Spero che ci onorerete leggendo questi nostri deliri e ascoltando
i nostri rumori. Quello che e' qui viene dal cuore, puo' non piacere,
puo' essere strano ma e' tutto reale, assolutamente vero. Nulla
di prefabbricato e studiato a tavolino. 1 solo suono campionato;
il gong. Tutto il resto e' stato sudato nello studio di Beppe Crovella
a Colombaro Po (To), nel maggio e settembre 1989, registrato su
32 piste e masterizzato in analogico e digitale.
Sai una cosa strana? Mi piace guardare i contachilometri delle macchine
dei miei amici. Una simpatia viscerale per chi ha superato i 100.000.
Non credete che sia così banale, i chilometri si vedono sulla
faccia degli amici, si sentono nelle frasi, nei dubbi. Sono strani
gli autogrill alla 3 di mattina, odore di croissants freschi, il
caffe' di chi deve arrivare all'alba guidando, quel parlare sottovoce
per non svegliarsi troppo e poi il freddo, la pioggia fuori dalla
porta. Non e' così stupido. Come parlare di Zen e riparazione
di motociclette ti puo' insegnare a riparare cio' che ti si e' infranto
dentro di te, fare chilometri non e' solo viaggiare sull'asfalto.
Puoi viaggiare invece giu', sempre piu' dentro di te oppure su,
ancora piu' su verso idee che non sarebbero mai nate prima. E allora
forse un semaforo rosso non e' così importante, il viaggio
continua lo stesso. E' veramente piu' bello viaggiare che arrivare.
Tutto cio' per cosa? Forse per dire che tu non sei ancora arrivato,
non lo sono neppure io e spero di non arrivare da nessuna parte.
Finire il viaggio e' anche morire, non essere niente altro che cio'
che eri ieri e che sarai domani, troppo simile ad un cadavere. Per
dire che le risposte non le ho e non le ha nessuno. Se vuoi ti posso
parlare dell'ultimo autogrill dove mi sono fermato, ma il casello
non lo so dov'e', insomma, non seguitemi, mi sono perso anch'io!
G.P. (8.1.'88)
|
|
Sfoglio
i miei giorni
Camminando di notte
Cosa farete
Questi anni
Intro
Quanto vale
Occhi sbarrati
La forza del sogno
Occhi di rana
Non credere
E' soltanto
una tribu', un assembramento di tipi un po' folli che hanno deciso
che il verbo essere e' molto piu' importante del verbo avere, che
gli esseri sono piu' importanti degli averi. Anche noi con la nostra
musichetta siamo di quelli, esponenti clown di quella razza di folli
che non e' a casa sua da nessuna parte. Quello che hanno un sogno
dietro gli occhi, che non sono felici perch? hanno trovato un lavoro.
Forse ci potrete riconoscere per i segni sulla pelle, tatuati, bastonati,
criminalizzati. Forse un po' noiosi ma con tanta voglia di vedere
fuori, un giorno, quel mondo ce ci portiamo dentro.
G.P. (20.08.'87)
|